... e ritornando nel tempo, osservando la costante che segue (Rossella Franchi) | ||
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PRESENTAZIONE Pietropaolo Cannistraci |
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La
“collocazione” teorica del catalogo di una mostra fotografica in una collana
di studi sul territorio, seppure con la veste dell’edizione “speciale”, trova
la sua ragion d’essere non solo nel contributo documentativo ormai ampiamente
riconosciuto al medium più significativo della contemporaneità
ma anche ai valori transdisciplinari sottesi nella presentazione di una “generazione
di fotografi”, ovvero di più autori legati da un filo tanto di continuità
quanto di parallela evoluzione tecnologica.
Se la continuità si esprime nel legame familiare e si traduce in particolare
nel percorso |sensibilità|, |percezione|, |espressione|, c’è da
considerare (e questo diviene, oltrechè geniale idea di impianto della
mostra, formidabile esempio/strumento didattico) che il secolo coperto dalla
nascita del primo autore sino ai giorni presenti è lo stesso secolo in
cui la fotografia nasce e si evolve rapidamente attraverso radicali trasformazioni
tecniche, partendo già da quelle in campo analogico (dalle lastre in
camere a banco ottico alla portabilità di 35 mm e reflex, dal bianconero
al colore, dalla camera oscura allo sviluppo immediato [Polaroid, per citare
il più popolare]) per approdare a quelle della rivoluzionaria tecnologia
digitale.
Ebbene, a sostrato dei contenuti rappresentati, in questo volume e soprattutto
nella mostra, c’è anche una sintesi di questa storia, intrecciata tramite
gli aspetti compositivi dell’immagine a valori che vanno dalla testimonianza
documentale alla ricerca semiotica ed estetica, in una provocazione integrale
della percezione.
Non è questa la sede più opportuna, per evidenti ragioni di spazio,
per aprire il vasto campo della relazione fra |arte/comunicazione visiva| e
|percezione|, ovvero il tema esplorato dall’intero percorso artistico del Novecento:
rimane però la possibilità di invitare ad un’attenta riflessione
sulle opere esposte perché, nel loro insieme, ne costituiscono un momento
di emblematica rappresentazione.
L’analisi delle fonti nella didattica: la fotografia.
Nella storia della documentazione visiva c’è sempre stato il rapporto
fra “selezione” e “caos della natura” o “caos della vita”: vuoi per isolare,
definire, l’oggetto della documentazione, vuoi per migliorarlo se a finalità
estetica o artistica.
Storicamente la scrittura è stata ritenuta immune da questa interpolazione
e pertanto privilegiata come fonte di documentazione; è solo con la revisione
critica del Novecento, a partire dagli studi sulla nascente comunicazione di
massa, che ci si è resi conto di quanto i principi interpolativi non
fossero conquista recente bensì smaliziata tradizione consolidata.
Diviene così significativo portare in luce, come per lo scrittore con
il suo testo, l’intenzionalità del fotografo nella selezione dello scatto
esattamente come avviene in uno degli autori, Sergio Camiz: “[…] nella ricerca
delle immagini, invece di cercar d’isolare aspetti caratteristici, ritagliandoli
dal caos circostante, la sua attuale produzione intende descrivere in modo più
obiettivo e completo la complessa realtà moderna, soprattutto delle metropoli
del mondo […]”.
Ecco allora che la presentazione di una mostra fotografica non può sfuggire
all’attenzione di un educatore; a maggior ragione se l’autore non è singolo
ma “una generazione” , attraverso cui poter rileggere come documento in sé
l’uso storico di una tecnica, dalla spontaneità della presa diretta all’elaborazione
intellettuale.
Pietropaolo
Cannistraci
UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA
Cattedra di storia dell’Architettura
Il catalogo della mostra è stato pubblicato nei
Quaderni di studi del territorio dell'Università per stranieri di Siena, curati
da Pietropaolo Cannistraci
Le note critiche sono di Orsola Mileti
La grafica della locandina e della copertina sono di Giulio Camiz
Il progetto grafico è di Pietropaolo Cannistraci.
La pagina web è di Sergio Camiz, ispirata alla grafica della locandina e del catalogo.