Roberto Camiz
(Alessandria d'Egitto 1947)
|
Laureato in giurisprudenza ed avvocato, è responsabile degli affari legali di società del gruppo Finmeccanica, per il quale ha gestito i profili giuridici di alcuni dei programmi di sviluppo di sistemi d’arma di maggiore importanza per il paese.
La passione per la fotografia gli è stata trasmessa dallo zio Vito che, per il compleanno del 1956, quando la famiglia era rifugiata a Roma durante la crisi di Suez, gli regalò la prima macchina fotografica, una Comet Bencini. Sempre lo zio Vito negli anni sessanta gli insegnò la tecnica di sviluppo e stampa in bianco e nero.
Seguendo l’insegnamento dello zio Vito, ha continuato a dedicarsi alla fotografia in bianco e nero, esclusivamente in analogico. E’ peraltro consapevole che, per devozione all’insegnamento ricevuto, ha operato la scelta di limitare la sua attività a quanto appreso dallo zio Vito, in ciò contraddicendolo e differenziandosi dalla sua incessante e appassionata apertura al nuovo ed agli strumenti che lo sviluppo tecnologico mettono a disposizione del fotografo.
Vive peraltro serenamente questa contraddizione, utilizzando la stessa macchina fotografica (una Olympus OM2) che nel 1977 gli regalò zio Vito in occasione del suo matrimonio.
Oggi la sua produzione, presentata in diverse mostre collettive, è fortemente orientata ad una ricerca espressiva nella quale la qualità del lavoro in camera oscura è pari o superiore alla ripresa fotografica stessa.
Presenta in questa mostra una serie di foto fatte in occasione di un recente viaggio in Egitto, paese per il quale sente profondi legami affettivi, sia per i natali, sia per l’ospitalità che vi trovò la famiglia durante le persecuzioni razziali, sia infine per le tracce che vi ha lasciato l’impresa di famiglia in forma di grandi opere marittime.
Egitto - Deserto occidentale |
|
La forza del vento del deserto ha disegnato queste due strutture perfette, una coppia muta inconsolabilmente privata di ogni contatto. Nessun elemento permette il discernimento dei reali rapporti dimensionali tra i due giganteschi granelli di sabbia o minuscole montagne, poggiate delicatamente sul suolo e svettanti sul cielo riarso. | |
Giza - Piramide di Cheope |
|
La prospettiva diagonale della strada in primo piano, scura, appiccicosa di polvere e catrame, costeggiata da un muretto chiaro, accompagna lo sguardo verso la terra brulla del deserto ed infine sulla piramide della necropoli di Giza che appare improvvisamente maestosa nella superficie scabra, come una perfetta forma geometrica astratta. | |
Il Cairo - Città dei morti |
|
Cupole, minareti, abitazioni si mescolano in questa ripresa de Il Cairo, scattata al disopra dei tetti. Antenne, parabole e oggetti abbandonati dal sapore più antico, profili di edifici di epoche diverse abitano lo skyline della città, affascinante linea di confine tra segno antropico e cielo. | |
Il Cairo - Madrasa di Hasan |
|
L’atmosfera sospesa della Madrasa di Hasan a Il Cairo è sintetizzata dal forte taglio verticale dell’immagine. L’ombra che annulla nel buio il lato sinistro dell’immagine, il ritmo rassicurante delle lanterne appese, la eco tra le zone di luce e la struttura architettonica che accompagna le imposte degli archi, amplificano la tensione mistica e terrena della ripresa. | |
Il Cairo - Sabil Ibn Tulun |
|
Nel cortile di Ibn Tulun, una tra le più antiche moschee de Il Cairo, sorge il Sabil, la fontana per le abluzioni. L’inquadratura indugia a lungo sulla pavimentazione del cortile che riflette tutto il calore della luce egiziana per poi incontrare lo spigolo dell’edificio e salire fino alla cupola morbida come una forma organica. | |